Il Palio di Siena
Una corsa mozzafiato in Pazza del Campo
Il Palio di Siena prende il nome dal premio: il Palio era infatti un drappo di stoffa molto pregiata. Dal Settecento diverrà un dipinto, alcuni saranno disegnati da pittori di fama nazionale e internazionale. Dal 1656 il Comune di Siena (allora denominato Balìa) si prende in carico l'organizzazione del Palio, è da quell'anno che si conteggiano le vittorie "ufficiali" delle Contrade.
Nel 1729 la governatrice di Siena Violante di Baviera stabilisce i confini delle Contrade, decreta inoltre che non possano partecipare più di 10 Contrade alla volta.
Il Palio non consiste semplicemente in due corse annuali (2 Luglio e 16 Agosto): ogni volta la Festa vera e propria si snoda in quattro giorni intensi, ricchi di vari appuntamenti.
Nel primo dei quattro giorni di Festa si tiene la tratta, l'estrazione a sorte e successivo abbinamento dei cavalli (barberi) alle contrade in gara. Sull'anello di pietra intorno alla Piazza, ricoperto da uno strato di tufo, si corrono in tutto sei prove la mattina e la sera. Le prove del Palio servono per dare la possibilità ai fantini di conoscere meglio il comportamento del cavallo. Anche le prove vengono seguite da numerosi contradaioli e turisti, sia in Piazza (ingresso gratuito) che sui palchi montati all'esterno della pista (a pagamento).
Il Palio di Siena viene vinto dal cavallo, con o senza fantino, che per primo abbia compiuto tre giri di Piazza del Campo. Nel pomeriggio, dalle 16.00 circa, dal Duomo alla piazza si snoda la passeggiata storica durante la quale sfilano i figuranti e i cavalieri.
La corsa prenderà il via quando i primi nove cavalli risulteranno allineati di fronte al canape: solo a quel punto il fantino che cavalca l'ultimo cavallo estratto potrà entrare tra i canapi già al galoppo e dare il via alla corsa. Appena il fantino giunge al traguardo (il bandierino), centinaia di contradaioli festanti si precipitano sotto il palco dei Capitani a ritirare il Palio, che sarà dapprima portato in chiesa, poi conservato per sempre nel museo di contrada. Chi ha vinto festeggia anche la sconfitta della rivale; per chi non ha vinto, vedere perdere la propria rivale rappresenta comunque un successo.
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